Per un anno circa 1500 nuove reclute costrette a vedere il docu-film a ogni occasione
 
27/01/2012 NEW YORK – A ciclo continuo, come parte dell’addestramento dei nuovi poliziotti. Immagini che raccontano di musulmani che «provano a dominare il mondo, condividendo i loro obiettivi con al-Qaeda».
 
La conferenza del presidente Mahmud Ahmadinejad alla Columbia university, quando disse che «non esistono omosessuali in Iran». Varie dichiarazioni dei componenti di “Islam Thinkers Society”, band integralista newyorkese che chiede l’imposizione della legge islamica.
Per oltre un anno circa 1500 agenti della polizia di New York hanno dovuto assistere alla proiezione di “The third Jihad”, il documentario anti-Islam uscito nel 2008 di Erik Werth. Il NY Department un anno fa aveva provato a negarlo, ma una richiesta università di New York basata sulla Freedom of Information Law ha fatto scattare la serratura, e il dipartimento è stato costretto a rendere pubblici i documenti interni sull’utilizzo del film.
Dall’inchiesta del New York Times è emerso che il documentario veniva regolarmente proiettato durante il reclutamento, in occasione delle visite mediche e dell’orientamento dei futuri poliziotti. «Tutti sappiamo del terrorismo, ma questa è la guerra di cui non siamo al corrente», racconta Zuhdi Jasse, medico americano di religione musulmana che dà al film la voce narrante. «Quando i gruppi musulmani parlano del dominio del mondo da parte dell’Islam – continua – si capisce che condividono alcuni dei loro obiettivi con al-Qaeda e ciò li rende pericolosi».
Il docu-film include interviste al capo della polizia Ray Kelly, all’ex sindaco di New York Rudy Giuliani e al senatore del Connecticut Joe Lieberman. Dura la reazione dei newyorkesi musulmani: varie associazioni hanno protestato di fronte alla sede del municipio. L’Islamic Circle of North America ha chiesto le dimissione di Ray Kelly, travolto di recente dalle polemiche per le accuse al figlio di violenza sessuale.
Secondo la deposizione effettuata presso il procuratore distrettuale di Manhattan – confermata ai media dall’avvocato della presunta vittima – Greg Kelly, 43 anni, noto anchorman della rete televisiva Fox New York, è accusato di aver stuprato la donna lo scorso ottobre, nell’ufficio di lei. L’uomo, tramite il suo avvocato, ha negato tutte le accuse.
L’articolo di cortesia: La Stampa

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