Dalla nostra corrispondente Valeria Rubino
(New York, USA), 25 gen. (LaPresse) – Nonostante il New York Police Department (NYPD) abbia provato a negarlo, per oltre un anno circa 1500 poliziotti newyorkesi hanno dovuto vedere il film anti-Islam “The Third Jihad”, che veniva proiettato di continuo, in particolare per i nuovi poliziotti. Lo ha rivelato il New York Times dopo una lunga inchiesta.
Il film è un documentario narrato da Zuhdi Jasser, un musulmano preoccupato del fatto che pochissimi americani islamici condannarono apertamente gli attacchi dell’11 settembre. “La strategia dei musulmani prevede di infiltrarsi negli Stati Uniti e dominare il Paese. Tutti sappiamo del terrorismo, ma questa è la guerra di cui non siamo al corrente”, dice Jasser nel film. “Quando i gruppi musulmani parlano del dominio del mondo da parte dell’Islam – continua la voce narrante – si capisce che condividono alcuni dei loro obiettivi con al-Qaeda e ciò li rende pericolosi”.
Quando lo scorso anno iniziarono le voci sul possibile addestramento degli agenti davanti al video, gli ufficiali di polizia negarono, dicendo che la pellicola era stata proiettata soltanto un paio di volte. Secondo il New York Times invece, il film era sugli schermi di continuo per un periodo compreso tra tre mesi e un anno. La notizia è trapelata quando il Brennan Center for Justice della New York University ha inoltrato una richiesta basata sulla Freedom of Information Law e il NYPD è stato costretto a rendere pubblici i documenti interni sull’utilizzo del film, regolarmente proiettato durante il reclutamento, le visite mediche e l’orientamento dei futuri poliziotti.
Il docu-film include interviste al capo del NYPD Ray Kelly, all’ex sindaco di New York Rudy Giuliani e al senatore del Connecticut Joe Lieberman. Forti le reazioni dei musulmani in città. Il Council on American-Islamic relations ha richiesto un rapporto ufficiale sull’addrestamento dei membri del NYPD relativo all’Islam. L’Islamic Circle of North America vuole, invece, che Ray Kelly si dimetta.
Pubblicato il 26 gennaio 2012
L’articolo di cortesia: La Presse